A fronte dell’emergenza Coronavirus, e prima di fermarsi del tutto, il Campionato di calcio ha disputato alcune delle partite in calendario a ‘porte chiuse’. Quali sono gli effetti di un provvedimento così stringente sulla mente e sulle performance dei giocatori? Corrono veramente il rischio di subire contraccolpi a causa di queste restrizioni?
Enti sportivi, squadre e Club devono necessariamente preparare psicologicamente gli atleti, spiegando le motivazioni e le ragioni etiche alla base delle decisioni prese nelle scorse ore. È fondamentale allineare credenze, motivazioni, dialogo interno e comportamenti dei giocatori. È infatti scientificamente dimostrato, sia nel campo della psicologia che nelle neuroscienze dello sport, che il pubblico e il rumore di sottofondo possono migliorare le prestazioni ed il rendimento, ‘attivando’ più intensamente nel cervello alcuni network specifici quali il sistema dopaminergico, l’amigdala e i sistemi di rilascio di neurormoni in grado di riflettersi sulla capacità di sforzo muscolare, attenzione e concentrazione. Il silenzio al contrario potrebbe provocare l’effetto opposto. Ne parlo in questo articolo su ItasportPress, ripreso anche dalla Gazzetta.it.
Prof. Aiace Rusciano
Psicologo, Neuroscienziato a Verona e Venezia
Prof. Aiace Rusciano
Psicologo, Neuroscienziato a Verona e Venezia
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Veneto col n. 7200
Laurea presso l'Università degli Studi di Padova. Ph.D. in Neuroscienze Cognitive presso l\’Università di Trieste - Esperto in Neuropsicologia Giuridica
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